La diversità vegetale del Massiccio dei Maures ha favorito un mosaico di attività silvo-pastorali fino alla metà del XIX secolo, fornendo un sostentamento a molti artigiani forestali. Queste attività hanno generato un piccolo patrimonio di edifici e attrezzature legate alla lavorazione di queste risorse. Numerose capanne di pastori, come quella di La Cigale, utilizzate come ricovero quotidiano o anche temporaneo per pastori e "bouscatiers", ricordano il carattere stagionale ma ciclico di queste attività. A 50 m sotto la capanna sono visibili i resti di un carro per il trasporto del sughero e i segni della raccolta del sughero su diverse querce destinate alle fabbriche locali di sughero. Allo stesso modo, 500 m più in basso sulla destra, un'antica area contrassegnata da un forno di latta testimonia la produzione di carbone di legna. Anche i toponimi circostanti rivelano l'importanza della pastorizia in passato su queste colline: Les Vanades (ovile), Signau de clau (recinto) de Barrau e Comtadou, un picco roccioso a nord, usato come corridoio per contare le pecore.
Costruita in muratura di pietra locale, la capanna di La Cigale è composta da due ambienti con ingressi separati, che probabilmente costituivano la zona abitativa e un ricovero per gli attrezzi o il bestiame. Restaurata nel 2005 dall'associazione ALPHA e dall'ONF, oggi offre riparo a escursionisti e cacciatori.